Grazie Italo del commento, e anche del riferimento a Salgari che era venuto in mente anche a me durante la scrittura del post. Il fatto è che Salgari era senza dubbio uno “storyteller” con tutte le carte in regola, e lo sarebbe stato anche se ci avesse raccontato di Sundarbands popolate da pini marittimi anzichè da mangrovie. Perchè nessuno di noi ha letto I misteri della jungla nera per documentarsi sull’India, ma lo ha fatto per godere di un mirabile romanzo per ragazzi dotato di esotiche ambientazioni. Il web purtroppo è popolato troppo spesso da autori che non valgono un baffo di Yanez, ma quello che non ho (per sfinimento) scritto nel post è che la colpa non è sempre loro, dato che in Italia è ormai passato da anni il concetto che un blog commerciale ti paga massimo 3 euro lordi a post e non frega a quasi nessun editore la qualità o l’originalità di quello che scrivi: basta scrivi tanto e porti visite. Proprio ieri vedevo una Lucia Annunziata ospite a Che Tempo che Fa fare svarioni tipo “ieri ho scritto un blog” o “ma tu lo VEDI ogni tanto l’Huffington Post?” e questo ci fa capire la caratura dei media italiani che si improvvisano webbaioli. Ecco, il problema è che abbiamo dei modelli (sia ispiratori che di business) svilenti che imbarbariscono anche i bravi. Sia chiara una cosa: io (che non sono bravo) non mi tiro indietro dalla compagine infame e spesso ho scritto contenuticchi senza valore, per carenza di tempo o nella speranza di ingraziarmi visite in più, ma senza ottenere alcun vantaggio. Quello su cui dovremmo spremerci le meningi forse è la costruzione di meccanismi di remunerazione e/o gratificazione diversi, non succubi delle centomila visite a pagina o della prima posizione in Google. Focalizzando un business model più umano, più vicino alle nostre aspirazioni forse potremmo scrivere meglio ed ottenere risultati superiori. Sogno un mondo dove nessuno sia più obbligato a schedulare un post annuale sui “mercatini di natale”! Spero tanto che avremo presto occasione di confrontarci live su questi temi, anzi dobbiamo proprio farlo
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